Progetto Life

La naturalità di un ecosistema dipende dalla piena espressione delle potenzialità degli habitat e delle specie faunistiche/floristiche: tale espressione, ovvero la biodiversità, è determinata dal numero di specie presenti rispetto a quelle native in quell’ambito geografico, nonché dalla condizione di salute delle relative popolazioni.

Proprio l’incremento della biodiversità nel Parco del Ticino è l’obiettivo principale del progetto LIFE Ticino Biosource.

Il Fiume Ticino, i suoi habitat ripariali e quelli planiziali ricadenti nel territorio del Parco costituiscono una “source area” (ovvero “area sorgente”) di grande valore naturalistico, in quanto inserite nella matrice particolarmente antropizzata della Pianura Padana. Il Parco è interessato da una transizione dall’habitat collinare a quello planiziale ; esso ha oltretutto ubicazione “strategica” allungandosi dalle pendici delle Alpi, a valle di grandi laghi prealpini fino alla conurbazione di Milano e alla foce del Ticino presso Pavia. La sua conformazione geografica consente di unire virtualmente le Alpi agli Appennini, creando un corridoio ecologico fluviale di primaria importanza per le migrazioni dell’avifauna lungo il tragitto tra Africa e Nord Europa.


Le specie target
Morettatabaccata ANTONELLO TURRI2 768×512
Morettatabaccata-ANTONELLO-TURRI2-768×512
Raganella-1-768×576
  • Moretta tabaccata (Aythya nyroca);
  • Airone bianco maggiore (Casmerodius albus);
  • Garzetta (Egretta garzetta);
  • Albanella reale (Circus cyaneus);
  • Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus);
  • Tarabusino (Ixobrychus minutus);
  • Tottavilla (Lullula arborea);
  • Martin pescatore (Alcedo atthis);
  • Licena delle paludi (Lycaena dispar);
  • Storione cobice (Acipenser naccarii);
  • Storione ladano (Huso huso);
  • Cobite (Cobitis bilineata);
  • Lampreda padana (Letentheron zanandreai);
  • Scazzone (Cottus gobio);
  • Rana agile (Rana dalmatina);
  • Rana di lataste (Rana latastei);
  • Raganella (Hyla arborea).

Le Aree di Intervento

Le aree di intervento sono variamente dislocate nel territorio del Parco e sono le seguenti:

  • Le vasche di spagliamento controllato del torrente Arno in comune di Lonate Pozzolo, interessate dalla creazione di isole galleggianti, siti di nidificazione, di sosta e di foraggiamento per l’avifauna acquatica, nonché dalla posa di siepi e arbusti lungo le sponde;
  • Le foreste e le zone umide in comune di Bernate Ticino, interessate dal recupero di aree degradate e dalla loro trasformazione in habitat forestali e umidi;
  • il ramo Delizia (in Comune di Magenta), il ramo Morto (in Comune di Turbigo), il Gravellone Vecchio (in Comune di Pavia) e il maresco di Villa Reale (in Comune di Vigevano) interessati da interventi di riqualificazione dei fontanili che alimentano queste aree umide: l’intervento è finalizzato a rivitalizzare l’ecosistema acquatico presente e a consolidare la rete fluviale secondaria, determinante per la sopravvivenza di anfibi e pesci;
  • località “i Geraci” (in Comune di Motta Visconti) interessata dal ripristino e dalla creazione di zone umide,  di boschi igrofili e mesofili, di prati umidi, habitat particolarmente adatti ad ospitare numerose specie di uccelli nidificanti, migratori e svernanti. E’ prevista anche la realizzazione di un percorso di birdwatching dotato di un capanno di osservazione.

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